Nasce a Bagnoli, quartiere di Napoli che spesso utilizzerà come sfondo dominante nelle sue opere. È autore di racconti, saggi e romanzi. Tra questi ultimi Chiodi storti – da Ponticelli a Napoli Centrale (Compagnia dei trovatori ed. 2008, con uno scritto di Francesco Costa) con cui vince il premio speciale per la narrativa 2009 Il Molinello, I morti non serbano rancore. Foibe. La storia avventurosa del capitano Goretti (Gaffi editore, Roma – Giugno 2011) e Bosseide, la fascinazione del male (Gaffi Editore, Roma – Febbraio 2015). Ha collaborato alle pagine culturali de Il manifesto e Il Mattino. Attualmente collabora con il quotidiano La Repubblica (Napoli). È fondatore e direttore delle riviste letterarie Pragma e Achab. Conduce da circa 20 anni il laboratorio di scrittura e lettura creativa L’isola delle voci. È stato direttore editoriale della Graus editore, per la quale ha curato, tra le altre cose, la pubblicazione del libro La pietra bianca, quattro racconti inediti di Michele Prisco. Lo stesso è stato edito anche in Spagna, pubblicato da Ediciones Antigona e tradotto in castigliano da Alfonso Prats Menseguer. Ha ideato e condotto la kermesse Voci della città – tredici scrittori per Nicola Pugliese in collaborazione con la fondazione Premio Napoli. Ha curato per la Compagnia dei trovatori il volume di racconti La nave nera di Nicola Pugliese. Ha curato il volume di Luigi Compagnone Quasi un Dizionario (Compagnia dei trovatori Edizioni – 2007). Nel 2017 viene pubblicato il romanzo Ferropoli.
Polvere per scarafaggi di Nando Vitali
"Quella degli scrittori è una memoria infedele. Non è molto affidabile. Ha criteri tutti suoi, e seleziona i ricordi come gli pare. In altre parole è una risorsa molto confusa di ciò che siamo stati. Ma è una risorsa preziosa se vogliamo sapere quello che siamo. In particolare, la mia memoria, non solo è bugiarda, ma anche piena di buchi. Come le strade di Napoli. Dove spesso, se ci finisci dentro, sono guai seri."
Nando Vitali
tratto da Polvere per scarafaggi
"Vitali elabora, annota, cuce, chiosa senza mai giudicare, non c'è traccia di sentenza nella sua scrittura affilata e raffinata, ma una pietas e una curiosità indagatrice che allargano lo sguardo e il cuore, anche quando il cuore pare soccombere, e il male - come quasi sempre accade - prevalere come macigno che non si sposta, perché ingombrante, dalla strada di ciascuno."
dalla prefazione di Francesco de Core
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